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Il fenomeno dei voli low cost

Vagamondo Travel Blog
Pubblicato da in Articoli blog · 13 Dicembre 2018
Tags: volilowcosteuropaitaliavacanzeaereo

Volareweb

Con la crisi economica, il fenomeno low cost si è diffuso enormemente ed è una regola nell’acquisto di beni e servizi


Innanzitutto analizziamo il significato del termine “low cost” che non si riferisce direttamente al prezzo del prodotto o del servizio ma a un modo nuovo e più efficiente di interpretare la produzione e la commercializzazione di beni e servizi con una riduzione dei prezzi, mantenendo elevato il livello di qualità dei prodotti, da non confondere con il low price che si ottiene riducendo sia la qualità della materia prima che del processo di lavorazione o la qualità del servizio.

La prima compagnia aerea low cost fu la Southwest Airlines alla fine degli anni ’70, la quale usò la politica del “low fares” con prenotazioni che avvenivano telefonicamente senza intermediari consentendo così di eliminare i costi di emissione, gestione, distribuzione e contabilizzazione, che per le compagnie aeree tradizionali ammontano a milioni di euro.
Il fenomeno dei voli low cost si è diffuso negli anni ’90 con la nascita delle compagnie aeree low cost in grado di offrire viaggi
ryanair
verso città italiane ed estere a tariffe ridotte. Mentre nel periodo antecedente il mercato dei voli era molto regolamentato, senza concorrenza tra le compagnie aeree e con accordi bilaterali tra Stati, in seguito con la “deregulation”, la riduzione prima e la totale abolizione dopo, delle tariffe aeree portarono a un processo di liberalizzazione con il conseguente aumento della concorrenza fra le compagnie aeree con la creazione di un mercato del trasporto aereo consentendo alle compagnie di poter scegliere le rotte, le tariffe e gli orari. Inoltre, le compagnie aeree low cost riescono ad avere tariffe più basse perché utilizzano aeroporti secondari e regionali inutilizzati, la possibilità di sfruttare meglio le rotte con voli diretti che consentono voli più brevi e di sfruttare meglio la capienza dei velivoli, una maggiore densità di posti a sedere e la possibilità di vendere biglietti tramite canali diretti, soprattutto online, segmentando meglio i prezzi. E ancora: singole classi di passeggeri, singolo modello di aeroplano, risparmiando sulle spese di riparazione ed evitando la formazione del personale, eliminazione dei pasti durante il volo vendendo merende e bevande a bordo, dipendenti che svolgono più ruoli, ad esempio sia come personale per la pulizia degli aerei, sia come operatori alle porte d’imbarco, acquisto di grandi quantità di carburanti per evitare di rifornirsi nei periodi in cui il prezzo è alto, finanziamenti pubblici, assenza spese di trasferta per il personale poiché tutti rientrano nelle proprie basi evitando così di sostenere costi per gli alberghi, l’utilizzo del personale di bordo per i controlli prima del volo e la riduzione del turnaround, il tempo intercorrente tra la partenza e l’arrivo dell’aeromobile pari a circa trenta minuti, che consente un maggior numero di voli per tratta e di utilizzare meglio gli aerei riducendo ulteriormente i costi. Lo sfruttamento di aeroporti secondari ha MyAirconsentito un aumento del numero di passeggeri, una riduzione degli affitti hub, delle tasse applicate dalle società di gestione degli aeroporti, una migliore pianificazione della gestione, lo sviluppo di servizi collegati all’aeroporto come ristoranti, bar, negozi, noleggio auto, la creazione del servizio navetta, assicurato sia dalla stessa compagnia aerea oppure da terzi, la costruzione di parcheggi auto, la possibilità di sfruttare lo spazio pubblicitario all’interno degli aeroporti, che ha portato alle compagnie aeree maggiori guadagni.
Non c’è dubbio che il fenomeno delle compagnie aeree low cost è stato un business poco riuscito visto i numerosi fallimenti a catena per insolvenze finanziarie, manovre sospette al limite del riciclaggio, evasione fiscale, accuse di bancarotta fraudolenta e incapacità gestionale hanno determinato una parabola discendente che porta direttamente ad atterrare nelle aule dei tribunali.
Complice la crisi economica, il fenomeno low cost si è diffuso enormemente e oggi è quasi una regola nell’acquisto di beni e servizi, ma siamo sicuri che tale tipologia di economia non abbia prodotto una precarizzazione del lavoro con l’abbassamento degli stipendi del personale, attuato con il restringimento dei diritti contrattuali e una conseguente regressione delle qualità umane?



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