La Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia
Pubblicato da Vagamondo Travel Blog in Friuli Venezia Giulia · 11 Luglio 2019
Info e consigli di viaggio per weekend di due o più giorni nei luoghi della Grande Guerra. Cosa vedere e dove dormire
Quella combattuta tra il 1915 e il 1918, che ha visto da una parte l'Italia, la Francia e la Gran Bretagna, con l'intervento finale degli Stati Uniti, e dall'altra la Germania e l'Impero Austro-Ungarico, chiamata la "Grande Guerra", per molti storici e innumerevoli Italiani, è stata l'ultima combattuta per il nostro Risorgimento e per l’unificazione del Paese Italia entro le sue frontiere naturali. Di tante battaglie, non sono rimaste ormai che le testimonianze dei musei, dei cimiteri e di qualche luogo considerato "sacro", non soltanto in Friuli e in Venezia Giulia, avamposto delle trincee e austriache contrapposte, ma anche nelle regioni vicine, anch'esse purtroppo sconvolte dai combattimenti. Le indicazioni che seguono, quindi, non possono non sconfinare dai limiti geografici friulani e, d'altra parte, vuole essere solo un invito, per chi dovesse fare una gita nei dintorni, a non dimenticare il sacrificio dei nostri padri.
Aquileia
Il viaggio nei luoghi della “Grande Guerra”, non può che partire da Aquileia, in provincia di Udine nel Friuli Venezia-Giulia. Infatti, nel Cimitero dei Caduti, intorno all'abside della Basilica romanica di Santa Maria Assunta, sono sepolti i primi soldati italiani caduti nel 1915, compresi i 10 Militi Ignoti raccolti uno per ognuno dei campi di battaglia. In origine erano 11: quello che manca è tumulato a Roma, quale simbolo di eroismo, sull'Altare della Patria in Campidoglio.
Asiago
Ad Asiago, in provincia di Vicenza nel Veneto, in un grandioso ossario monumentale in marmo bianco sono tumulate le salme di 12 medaglie d'oro, di 20.188 soldati ignoti e di 12.794 conosciuti, caduti su quest’altipiano dal 1915 al 1918. Tra le gite che si possono fare da Asiago, vi è anche quella a Roccolo Cattagno, che fu il più importante centro di rifornimento dell'esercito italiano tra il luglio '16 e il novembre '17. Da qui, con la strada fino al Passo Stretto (m 1.912) e poi con un sentiero che sale tra le rocce ancora sconvolte dalle artiglierie, si può salire al Monte Ortigara (m 2105), noto come "Calvario degli Alpini", investito nel 1917 da 12 divisioni austriache.
Cividale del Friuli
Durante la Prima guerra mondiale, Cividale ospitò il comando della 2° Armata e rimase danneggiata da bombardamenti aerei; occupata dagli austro-tedeschi in seguito alla disfatta di Caporetto, la città fu riconquistata dagli italiani alla fine di ottobre 1918 dopo la vittoria sul Piave.
Gorizia
Nel Museo della Grande Guerra di Gorizia sono raccolti cimeli e documenti sulla Grande Guerra: armi, plastici di battaglie, modellini, fotografie, caricature, disegni, giornali. Articolato in nove sale, dove fotografie, oggetti e interventi multimediali rievocano l’esperienza della guerra e i suoi riflessi umani e sociali. E’ possibile visitare la riproduzione, a grandezza naturale, di una trincea accompagnati da un sonoro che riproduce l’assordante rumore della guerra con spari, esplosioni e grida. Nella sala dedicata alla città di Gorizia, è descritta la vita quotidiana di una città “in prima linea”, con gli abitanti costretti a rifugiarsi nelle cantine soffrendo per le privazioni, per la paura dei bombardamenti che hanno martellato la città per trenta mesi e sperimentando un clima di sospetto e di tradimento in seguito all’alternarsi degli eserciti nel controllo della città.
il Monte Grappa
Una bella strada panoramica sale da Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza nel Veneto, dove il vecchio ponte di legno sul Brenta è protagonista di una famosa canzone di guerra, fino alla cima del monte (m 1.775), sacro alla memoria degli Italiani per le battaglie strenuamente combattute sulle sue pendici tra il 1917 e il 1918. Il sacrario è costituito da una serie di gradoni semicircolari che si sviluppano sul pendio che dalla strada conduce alla cima del sacrario.
Nervesa della Battaglia
In provincia di Treviso nel Veneto, sulle prime pendici del Montello, dove nel 1918 si svolsero aspri combattimenti, è sorto un grandioso Ossario Monumentale per accogliere le salme di 10.000 caduti. A Val Fontanelle (poco distante) un'edicola ricorda il luogo in cui cadde l'aereo di Francesco Baracca, il 19 giugno 1918, colpito da un biplano austro-ungarico e ritrovato qualche giorno dopo, il 23 giugno dal capitano Osnago, compagno dell'ultimo volo.
il Sacrario di Redipuglia
Il Sacrario di Redipuglia è il più grande e maestoso sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra. Sulle pendici del Monte Sei Busi, si stende la bianca e solenne scalinata del Sacrario degli Eroi, su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, inaugurato il 18 settembre 1938 dopo dieci anni di lavori. Sono ventidue gradoni, fiancheggiati da cipressi, concepiti come un monumento di simbolica, solenne ascesa al cielo delle anime dei Caduti della 3a Armata. Vi sono sepolti circa 100.000 soldati e un'unica donna, una crocerossina di nome Margherita Kaiser Parodi Orlando. Fortemente voluto dal regime fascista, la struttura è composta di tre livelli, rappresenta simbolicamente l'esercito che scende dal cielo, alla guida del proprio comandante, per percorrere la Via Eroica. In cima, tre croci richiamano l'immagine del Monte Golgota e la crocifissione di Cristo. Oltre la cappella, un sentiero porta a un belvedere che offre il panorama della Valle dell'Isonzo.
Trento
Non è pensabile un itinerario ai luoghi della Grande Guerra senza una visita di Trento, per la cui conquista caddero tanti Italiani. Da visitare assolutamente il Castello del Buonconsiglio, al tempo adibito a caserma delle truppe austro-ungariche, con la cella in cui furono prigionieri gli irredentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa, la cinquecentesca sala del tribunale sede del processo nel 1916 che li condannò a morte per alto tradimento e il prato tra il castello e le mura poste a est (la Fossa dei Martiri) in cui i tre patrioti furono giustiziati.
Vittorio Veneto
Qui, dal 24 ottobre al 3 novembre 1918, fu combattuta la battaglia che doveva dare all'Italia la vittoria definitiva sull'Austria asburgica. Vi parteciparono 57 divisioni italiane, 2 britanniche, 1 francese, 1 legione cecoslovacca e 1 reggimento americano. La vittoria è ricordata da un monumento che sorge nella piazza centrale della città, di fronte al Municipio.
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